sabato, gennaio 29, 2005

Rane nella pancia

Da Milano - Oggi, per la prima volta da quando abbiamo deciso di trasferirci, comincio a sentire nel profondo delle viscere qualcosa che sale. E' come un senso non meglio definito di irrequietezza... inquietudine... timore... paura... PANICO!!

Beh, forse panico no, ma passata l'ubriacatura del "rimprendersi in mano la propria vita" , "scoprire nuovi paesi e modi di vivere", "imparare una nuova lingua e riqualificarsi professionalmente", "recuperare ritmi piu' umani in una citta' piu' vivibile", comincio a sentire un po' di vuoto sotto i piedi.

E mi ricordo della prima domenica a Liverpool, sola in un paese straniero senza conoscere nessuno, chiusa in camera in preda allo sconforto. Cercando di non perdere la calma ero uscita sotto la pioggia in direzione delle cabine telefoniche del campus.

La coda era lunga (i telefonini erano un lusso) ma dovevo assolutamente sentire M. Dopo una ventina di minuti entro in cabina grondando acqua, inserisco la tessera telefonica, afferro la cornetta, compongo il numero e attendo. Inutilmente. Cinque, dieci, quindici, venti squilli. Matteo non era nemmeno in casa. E io ero lì.

Torno in camera: cosa ci faccio qui? come resistero' un intero semestre? ce la faro' a dare gli esami? sara' cambiato qualcosa al mio ritorno? Cosa mi aspetta qui a Liverpool?

Mi aspettava una delle esperienze piu' belle della mia vita, rispondo a distanza di anni. Ma quella domenica pomeriggio ancora non lo sapevo.

3 commenti:

AriaCielo ha detto...

Grazie a tutti e due del sostegno morale, stasera mi sono gia' un po' ripresa... ;-)

E poi 1000 punti a Reddie per essere il primo dei monzesi ad aver commentato su TraValicando (almeno fra gli interventi firmati!). Banda di sfaticati....

Roberto Iza Valdés ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

hallu